L'evento è davvero stupefacente, 80 opere tra dipinti, manifesti e filmati, 60 copertine di vinili e una cinquantina di memorabilia, del più famoso Street artist del mondo, la cui identità resta sempre sconosciuta.
Questo ribelle che contesta la politica,la guerra, il qualunquismo e tutti i settarismi e poteri, lascia sempre il segno. E lascerà il segno anche questa mostra che dal primo giorno ha attratto nugoli di giovani e meno giovani. Un'operazione davvero intelligente quella di portare al museo ragazzi di tutte le età, attratti dal personaggio, anche se le sue opere più interessanti sono sui muri delle città di mezzo mondo.
Promossa dal Comune di Milano e da 24 Ore cultura - Gruppo 24 Ore che ne è anche il produttore, "A visual protest. the art of Banksy", ideata da Madeinart, si articola in alcune sezioni che vogliono indagare come si collocherà l'opera di Banksy nella storia dell'arte. Il MUDEC, Museo delle Culture, rifletterà con il pubblico sui nuovi territori dell'arte per tentare di comprendere i nuovi confini della cultura artistica dei popoli, e la geografia che si prospetterà tra reale e virtuale, nella relazione con il paesaggio. Questa mostra è infatti la terza della serie "Geografie del futuro", insieme alle mostre in corso "Capitani Coraggiosi" e "Se a parlare non resta che il fiume". Una psicogeografia di matrice situazionista, che ci interroga con immagini provocatorie come quella della bambina che abbraccia una bomba e ci propone i grandi temi contro i quali Bansky combatte: il gioco della guerra, il potere, il consumismo. L'ultima sala proietta i murales realizzati dall'artista in giro per il mondo, mentre un documentario di 20 minuti dal titolo “Butterfly Art News”, ne tratteggia il personaggio e il suo percorso artistico. Dunque, visto che non si è ancora scoperto, chi sarà Banksy? Uno? nessuno o centomila? Da vedere per capire.